In quasi tutti i casi, eventi come il matrimonio, il
trasferirsi in una nuova casa e la decisione di formare una famiglia coincidono
con un cambio significativo di vita ma in altri casi, questi eventi, sono
l'inizio di un incubo.
Proprio questo successe a Chris e Angela, una giovane coppia
sposata solo da pochi mesi quando decisero di trasferirsi in periferia per
poter cominciare la loro nuova vita insieme.
Come loro nuova dimora avevano scelto una piccola e
tranquilla città del sud, l'ideale per creare una famiglia. Chris fermò
l'automobile davanti al vialetto di casa: una graziosa villetta a due piani
circondata da candido tappeto verde e profumato. Quella casa aveva stregato
entrambi già alla prima visita: dall'esterno la casa sembrava praticamente
nuova e molto curata ma l'interno era addirittura meglio, tutto era pulito e
splendente, le stanze erano ampie e i mobili erano sapientemente e
perfettamente piazzati nei punti giusti. Al piano terra c'erano la cucina, un
bagno, il salotto e un piccolo sgabuzzino mentre al primo piano c'erano due
camere da letto, un altro bagno e uno studio.
Oltre all'aspetto estremamente accogliente della casa, la
giovane coppia fu attratta anche dal prezzo clamorosamente basso per una
villetta di quelle dimensioni e bellezza. Giustamente pensarono ad un affare da
non poter assolutamente perdere.
Uscirono dall'auto e furono investiti da una leggera e
piacevole brezza fresca, la loro nuova vita si trovava ad una ventina di metri
da loro. Entrarono in casa lentamente, senza riuscire a proferire parola,
l'eccitazione li aveva sopraffatti.
Quella notte, sul loro nuovo letto, i due freschi sposini
scaricano settimane di emozioni contrastanti e stress ignari che al piano terra
una luce fioca illuminò pallidamente il salotto e così come si accese
altrettanto velocemente si spense.
I due giorni successivi furono caotici per Chris e Angela:
tra il lavoro e il riordinare gli accessori ancora imballati negli scatoloni i
due ebbero ben poco tempo da dedicarsi e da dedicare al godersi la loro nuova
vita. Tuttavia, le cose cambiarono velocemente da lì a qualche giorno.
Durante la notte, qualcosa, una flebile risata di bambina
svegliò Angela. Inizialmente non capì perché si fosse svegliata; la casa
dormiva con loro, dall'esterno non proveniva alcun rumore, nemmeno l'abbaiare
di un cane, eppure qualcosa la svegliò. Decise allora di scendere in cucina a
bere un bicchiere d'acqua fresca. Si accorse che il sonno stava tornando
prepotentemente quando una strana luce nel salotto attirò la sua attenzione
facendola sobbalzare, il bicchiere pieno d'acqua cadde a terra frantumandosi in
mille piccoli e appuntiti pezzi. Velocemente li spostò in un angolo per non
rischiare di ferirsi, alzò di nuovo lo sguardo verso il salotto che ora era
immerso di nuovo nell'oscurità della notte. Cautamente Angela si avvicinò per
controllare, una forte folata di vento fece tremare la finestra del salotto
immobilizzando la giovane donna che per qualche istante rimase ferma indecisa
sul da farsi. La curiosità le fece ritrovare un po' di coraggio e riprese ad
avanzare ma quando fu ormai a pochi passi dalla sorgente di luce fu interrotta
dalla voce di Chris.
“Angela, ma che stai facendo?”.
“Niente, sono scesa a bere un bicchiere d'acqua ma l'ho
fatto cadere e si è rotto”.
Chris si voltò e vide i frammenti ammucchiati nell'angolo.
“Non ti preoccupare per quello, torna a dormire, ci
penseremo domani”.
“Si, ora arrivo”.
Chris tornò al piano superiore facendo scricchiolare il
legno della scala.
Angela restò ancora qualche istante ferma sempre più
convinta che quella luce fosse il frutto del sonno interrotto. Tornò di sopra,
sul letto, accanto a Chris.
Nonostante lo strano evento quella notte Angela dormì così
tranquillamente che la mattina non ricordò neanche di aver vissuto
quell'esperienza e non disse nulla a Chris.
I giorni successivi passarono tranquilli, la coppia
finalmente riuscì a ordinare la casa come volevano e trovarono più tempo da
passare insieme. Tuttavia, ogni notte, Angela si svegliava come fosse sonnambula,
scendeva al piano terra e rimaneva fissa in salotto a fissare quella strana ed
opaca luce, poi, come se nulla fosse successo, ritornava di sopra, sul letto
accanto al marito ignaro.
Lentamente si rese conto di quello che faceva ma non volle
dire niente, quella luce era come un gioiello prezioso che non voleva
condividere con nessuno.
Piano piano però, questi eventi quotidiani, cominciarono a
cambiare Angela: divenne più scontrosa, più schiva e di poche parole; Chris si
accorse di questo sensibile cambiamento ma non ne diede troppo peso.
Chris uscì presto da casa come faceva ogni mattina. Prendeva
sempre l'autobus che a quell'ora era praticamente deserto e in quell'ora scarsa
di viaggio poteva organizzare bene il programma del giorno lavorativo e pensare
anche ad altro: ultimamente nei suoi pensieri c'era Angela ma quando pensava a
lei non gli usciva quel sorrisetto malizioso che gli veniva le prime settimane,
ora era preoccupato. Angela sembrava più distante e non riusciva a capire il
perché. Decise di parlarle quello stesso giorno.
Tornò a casa prima di cena, appoggiò la borsa sul tavolo del
salotto e si diresse in cucina dove trovò la giovane moglie intenta a cucinare.
“Ciao amore”.
“Ciao”.
“Come stai oggi?”.
“Sto bene”.
“Cosa stai cucinando? Ha davvero un buonissimo profumo”.
“Sto facendo il pollo”.
“Tesoro, sei sicura di sentirti bene? Ultimamente mi sei
sembrata distante”.
“Sto benissimo, non ti preoccupare”.
Chris lasciò la stanza sempre più convinto che ci fosse
qualcosa che non andasse. Il tentativo di Angela di rassicurarlo non aveva
fatto altro che aumentare la sua preoccupazione.
Quella notte Chris non riuscì a dormire come al solito, il
pensiero fisso che aveva in mente non lo lasciava solo un istante. D'un tratto
sentì movimento nel letto e vide Angela alzarsi. Fu sul punto di chiamarla ma
decise di lasciarla andare, pensò che probabilmente andasse a prendere un
bicchiere d'acqua. Tuttavia il tempo passava e lei non tornava. Si alzò e scese
le scale e la trovò immobile in salotto a fissare un punto della parete. Guardò
anche lui cercando il motivo per cui Angela fosse in quello stato ma non vide
assolutamente niente. La stanza era nell'oscurità totale e non si sentiva il
minimo rumore. Angela si voltò e tornò in camera da letto senza degnare di uno
sguardo il marito che, al contrario, la guardò stupefatto senza riuscire a dire
una parola. Si avvicinò ulteriormente al salotto ma ancora una volta non vide
nulla di insolito. Tornò al piano di sopra e sul letto c'era Angela che dormiva
tranquilla.
Il giorno dopo, durante il viaggio verso il luogo di lavoro
con l'autobus, decise che avrebbe indagato e scoperto perché sua moglie si
alzava nel cuore della notte a fissare un punto indefinito del salotto. Prese
in considerazione l'eventualità che Angela fosse diventata sonnambula: nei sei
anni di fidanzamento non aveva mai notato un simile comportamento; l'unica
spiegazione plausibile era che il trasloco l'avesse stressata a tal punto da
fare quello che faceva.
Quella sera i due si misero a dormire come ogni notte ma
Chris non riuscì a chiudere occhio eccitato e impaziente com'era. Ad ogni
piccolo movimento di Angela il cuore gli batteva così forte che temeva che se
ne accorgesse. Finalmente, quasi alle 3 di mattina, Angela si alzò dal letto
senza emettere un fiato, senza fare alcun rumore come se nemmeno respirasse, i
suoi passi sul pavimento erano appena percettibili: era come se un fantasma
girasse per la casa senza meta. Chris, con il cuore in gola, si alzò qualche
secondo dopo e cercando di fare meno rumore possibile scese le scale e trovò
Angela immobile che fissava l'oscurità. Fece qualche passo in avanti verso di
lei ma qualcosa gli gelò il sangue nelle vene, smise di respirare non credendo
a ciò che stava accadendo: Angela stava parlando. O meglio, stava sussurrando
qualcosa con una voce flebile ma agghiacciante. Chris trovò il coraggio di
avvicinarsi e sentì il soliloquio:
“No, non posso. Non puoi chiedermi questo. Non lo farò”.
Qualche attimo di pausa e poi:
“Hai ragione, sarà fatto”.
Angela si voltò e con occhi di ghiaccio e lo sguardo assente
tornò in camera da letto.
Chris però non riuscì a seguirla. Rimase immobile a
guardarsi intorno, poi decise: accese la luce del salotto e si diresse sicuro
verso la parete su cui si poggiava il divano. Cominciò ad esaminarla con
attenzione cercando un qualche indizio o qualcosa di strano e in effetti di
strano qualcosa c'era. Passando una mano lungo la parete sentì un piccolissimo
scalino, come una fessura che partiva dal pavimento fino a metà dell'altezza
della parete. Seguendo lo scalino scoprì che la fessura formava una sagoma
rettangolare, come una piccola porta. Tuttavia, non c'era alcuna maniglia o
serratura.
Il lavoro di Chris fu interrotto da dei passi provenienti
dal piano di sopra che scendevano le scale.
“Chris, ma che stai facendo qui a quest'ora?”.
“Niente tesoro, non riuscivo a dormire e sono sceso”.
“Dai amore, ci penso io a farti addormentare”.
Angela sembrava tornata quella di prima, la sua voce era
squillante nonostante fosse assonnata e Chris si sentì molto meglio, tuttavia,
mentre tornava di sopra accompagnato dalla donna, volse la testa e per
un'ultima volta guardò la parete e ciò che aveva scoperto. L'indomani sarebbe
tornato.
Quella notte l'ansia non gli permise di chiudere occhio, troppa
era l'eccitazione e la preoccupazione per ciò che aveva visto. Durante le
interminabili ore notturne regnava il silenzio assoluto ma per Chris anche il
silenzio sembrava bisbigliare qualcosa con una voce tutt'altro che
rassicurante. Il vento freddo che soffiava scuotendo le chiome degli alberi
sembrava urlare parole d'odio.
L'alba fu accolta come il risveglio da un terribile incubo.
Come ogni mattina andò al lavoro.
Angela si svegliò un paio d'ore più tardi con un leggero mal
di testa, come un fischio continuo e assordante. Scese le scale rischiando più
volte di cadere, entrò in salotto e lì si fermò, immobile.
Diverse ore più tardi Chris rientrò in casa. Angela sembrava
non esserci. Dalla cucina non arrivava il solito odore della cena, era tutto in
ordine. Chris chiamò la moglie ma non ottenne risposta; non si allarmò visto
che aveva l'occasione che stava aspettando. Entrò in salotto e si avvicinò alla
parete. Non aveva niente di strano vista da qualche metro di distanza ma era
evidente che, dopo un'analisi approfondita, ci fosse qualcosa di strano. Come
aveva già stabilito la notte prima, lì c'era nascosta una porta. Non
riuscendola ad aprire con le buone si armò di un martello che usò per aprire un
buco, poi lo allargò finché la struttura non fu abbastanza debole da poterla
distruggere con le mani.
Oltre la parete distrutta c'era il buio più totale: l'aria
era pesante e dava la nausea. Chris fece qualche titubante passo in avanti e fu
colpito in testa da qualcosa di non molto grande. Si rese conto che era una
sottile catena che serviva per accendere una lampadina appesa al soffitto.
Quando la luce illuminò il piccolo ambiente, Chris fece
fatica a credere ai propri occhi: la stanza era piccolissima, probabilmente era
un altro ripostiglio ma questo non era vuoto: su delle mensole di legno di cui
molto marce e cadenti, se ne stavano sedute tante bambole. Con vestiti di tutti
i tipi, strani e colorati, erano tutte coperte di sporcizia e sostanze strane.
In particolare, delle macchie quasi nere attirarono l'attenzione di Chris:
alcune bambole avevano le mani sporche di questa sostanza. L'uomo non fece in
tempo ad avvicinarsi ulteriormente che un trambusto proveniente dalle scale lo
scosse; uscì dalla piccola stanza e si trovò davanti un'altra visione terrificante:
Angela era all'entrata del salotto con un vestito bianco che Chris non aveva
mai visto, l'abito era sporco di macchie rosse e nere, aveva i capelli sporchi
come se non se li lavasse da settimane, i piedi scalzi erano anch'essi sporchi
probabilmente di terra ma quello che spaventò davvero Chris erano le braccia:
il sangue scorreva veloce dai polsi, passava sulle mani e cadeva a terra
formando due sempre più grandi pozze rosse.
“Angela...”.
La sua giovane moglie alzò gli occhi pieni di lacrime che trasmettevano
un senso di impotenza e di terrore. Un istante dopo la vita l'abbandonò di
colpo e il corpo cadde a terra con un tonfo sordo.
Chris si avvicinò incredulo finché non sentì una risata alle
sue spalle, si voltò lentamente e notò che dalle mani di una delle bambole
scorreva un liquido rosso e denso. Sangue. Anche se non riuscì a trovare una
spiegazione logica Chris si gettò contro le bambole ma una volta entrato nella
piccola stanza la luce della lampadina si spense e contemporaneamente la casa
piombò nel silenzio più assoluto.
Tre giorni dopo la polizia sfondò la porta della casa: una
vicina li aveva chiamati dopo aver sentito per un paio di giorni rumori strani,
grida e cose che si rompevano. Al piano terra gli agenti non trovarono niente
di strano, tutto era in ordine; entrarono in salotto ma anche qui non trovarono
niente, la parete era di nuovo integra. Salirono al primo piano, aprirono la
porta della camera da letto e il corpo senza vita di Chris cadde da un lato,
probabilmente era appoggiato al muro. Il suo viso era ricoperto di rivoli di
sangue raggrumato che fuoriusciva dagli orifizi del volto. Il corpo di Angela
invece era sdraiato sul letto, come se stesse dormendo profondamente; indossava
uno strano vestito bianco zuppo di sangue.